Probiotici e integratori per animali da allevamento: differenze, utilizzi anche per prevenire malattie

July 30, 2017 by No Comments

Nel mondo dell’allevamento moderno, la salute degli animali è diventata una priorità fondamentale non solo per una questione etica, ma anche per la qualità del prodotto finale, che si tratti di carne, latte o uova. Per questo motivo, negli ultimi anni si è diffusa una crescente attenzione verso i probiotici, gli integratori nutrizionali e il loro ruolo nel supportare le difese naturali degli animali, migliorare la resa e prevenire patologie comuni.

Molti allevatori, tuttavia, si trovano ancora disorientati davanti a questi termini: probiotico e integratore non sono sinonimi, anche se possono lavorare in sinergia. Capire bene le differenze, i benefici e gli usi specifici è il primo passo per prendersi cura in modo efficace del proprio bestiame.

Cosa sono i probiotici e perché sono importanti

I probiotici sono microrganismi vivi, come batteri e lieviti, somministrati agli animali per favorire l’equilibrio della flora intestinale. La loro funzione principale è quella di potenziare la salute digestiva, migliorare l’assorbimento dei nutrienti e rafforzare le difese immunitarie. Si tratta di un’azione del tutto naturale, basata su una logica di prevenzione e stabilizzazione dell’ambiente intestinale.

Negli animali da allevamento, l’uso di probiotici è particolarmente utile nei momenti di stress fisiologico, come lo svezzamento, i cambi di alimentazione o i trasporti. In queste fasi critiche, la flora batterica può alterarsi e aprire la porta a problemi intestinali, cali di peso o infezioni. Con l’uso corretto di probiotici, si può evitare l’insorgere di squilibri e migliorare le performance senza ricorrere all’uso sistematico di farmaci.

Integratori: non solo vitamine, ma anche supporto immunitario

Gli integratori per animali da allevamento sono prodotti formulati per fornire un apporto mirato di sali minerali, vitamine, amminoacidi o elementi funzionali come antiossidanti, enzimi e prebiotici. A differenza dei probiotici, non sono composti da microrganismi vivi, ma da sostanze nutritive e bioattive che vanno a completare la dieta dell’animale in base alle esigenze specifiche del ciclo produttivo o della specie.

Un buon integratore può favorire la crescita muscolare, migliorare la qualità della carne o del latte, ottimizzare la riproduzione e sostenere l’organismo durante i trattamenti sanitari o i cambi di stagione. È importante scegliere integratori testati e sicuri, prodotti secondo standard elevati come quelli garantiti da aziende specializzate nel settore zootecnico.

L’unione fa la forza: quando probiotici e integratori lavorano insieme

Probiotici e integratori possono essere utilizzati in modo complementare, soprattutto in un’ottica di gestione integrata della salute animale. In un mangime bilanciato, ad esempio, l’aggiunta di probiotici migliora la digestione e riduce i tempi di assimilazione, mentre gli integratori garantiscono che l’animale riceva tutti gli elementi nutritivi indispensabili.

In caso di disturbi gastrointestinali, il supporto di probiotici associato a integratori a base di zinco, vitamina B e piante officinali può accelerare la guarigione. In allevamenti intensivi, dove lo stress e l’affollamento aumentano il rischio di infezioni batteriche o virali, una corretta integrazione aiuta a prevenire la diffusione delle malattie, riducendo l’uso degli antibiotici e contrastando il problema dell’antibiotico-resistenza.

Anche gli animali giovani, come vitelli, agnelli e suinetti, beneficiano di protocolli alimentari che prevedono fin dai primi giorni l’uso di microrganismi buoni e di elementi di supporto per lo sviluppo immunitario. Questo approccio riduce la mortalità neonatale e migliora le performance complessive.

Un investimento a lungo termine: benefici anche economici

Investire in probiotici e integratori significa ridurre le spese veterinarie e aumentare la produttività del proprio allevamento nel tempo. Un animale sano cresce meglio, rende di più, ha una carne o un latte di maggiore qualità e richiede meno cure farmacologiche. Oltre al vantaggio economico diretto, si ottiene anche un beneficio reputazionale, sempre più importante in un mercato dove i consumatori sono attenti al benessere animale e alla sicurezza alimentare.

Non è un caso che sempre più allevatori, anche in piccole realtà, abbiano cominciato a integrare questi prodotti nelle routine quotidiane, supportati da veterinari e tecnici nutrizionisti. È fondamentale però affidarsi a chi ha esperienza e know-how, perché una scelta sbagliata può risultare inefficace o, peggio, dannosa per l’intero ciclo produttivo.

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